Doping, una ricerca canadese propone controlli che possono rivoluzionare il sistema
Il Doping resta ancora oggi una piaga difficile da debellare nello sport professionistico. La criticità maggiore, soprattutto in uno sport come il ciclismo, è quella dell’impossibilità di monitorare con efficienza e continuità tutti i corridori. La necessità di avere dei controlli sempre più frequenti, vista l’inarrestabile evoluzione tecnologica del doping e l’elevato numero di praticanti, porta questi ad avere un costo estremamente elevato. Un passo in avanti potrebbe però essere rappresentato da una nuova tecnica, più veloce e molto più economica, sviluppata da un team di ricercatori dell’Università canadese di Waterloo, in Ontario.
Un esame delle urine e del sangue richiede attualmente circa trenta minuti ad un costo di diverse decine di euro per campione. Con questa nuova tecnica, un minuto sarà sufficiente ad un costo di pochi euro. “Potremmo controllare ogni atleta ogni giorno”, affermano i ricercatori.
Presentato nella rivista scientifica Bioanalysis, questo metodo consente di rilevare con una singola goccia di sangue un centinaio di prodotti dopanti diversi, anche se assunti in dose molto bassa. Per raggiungere questo risultato, i ricercatori hanno perfezionato strumenti analitici che esistono da 25 anni e li hanno accoppiati con nuovi metodi di compilazione dei dati.
Il dispositivo necessario all’analisi non è più grande di un laptop, quindi è possibile eseguire i controlli in situ, senza la necessità di dover inviare i campioni in laboratorio, eseguendo la procedura davanti all’atleta. Se un test presenta valori irregolari, viene quindi eseguita un’ulteriore analisi più mirata, ricorrendo ai mezzi tradizionali.
Questa nuova tecnica potrebbe aprire nuove prospettive anche in ambito ospedaliero, in caso di necessità di analisi tossicologiche affidabili e veloci.
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